
Abuso d’ufficio e concorsi pubblici: il TAR Lazio esclude l’espulsione automatica per omissione dichiarativa
Il TAR Lazio, (Sez. I bis), con la sentenza del 3 settembre 2025, n. 16015 chiarisce che la mancata comunicazione di un procedimento penale oggi abrogato non giustifica più l’esclusione
1 OTTOBRE 2025
Il TAR Lazio, (Sez. I bis), con la sentenza del 3 settembre 2025, n. 16015 ha stabilito che omissioni dichiarative riguardanti procedimenti per abuso d’ufficio non possono più giustificare l’espulsione automatica da concorsi pubblici. La pronuncia assume rilievo per le amministrazioni pubbliche coinvolte in procedimenti selettivi, evidenziando come il principio di decadenza per dichiarazioni non veritiere debba essere applicato con riferimento alla rilevanza sostanziale dei fatti taciuti.
Limiti dell’esclusione automatica
Secondo il TAR, la mancata indicazione di un procedimento penale per abuso d’ufficio nella domanda di concorso non determina più, di per sé,
l’esclusione dal concorso. La motivazione risiede nella
abrogazione del reato che ha fatto venir meno ogni disvalore penale retroattivo dei fatti. L’amministrazione, quindi, non può più operare
in automatico la decadenza prevista dall’art. 75 del d.P.R. n. 445/2000 senza verificare se la falsa dichiarazione abbia inciso concretamente sull’adozione del provvedimento favorevole, come l’ammissione o la posizione utile in graduatoria.
Valutazione caso per caso e principio di sostanzialità
La sentenza introduce un principio chiaro per le pubbliche amministrazioni:
non ogni omissione dichiarativa legittima la perdita di benefici. Occorre valutare la
rilevanza sostanziale del fatto taciuto, considerando se abbia effettivamente influito sul provvedimento amministrativo. Nel caso specifico, il candidato aveva comunicato tardivamente l’abrogazione del reato, rendendo nota l’
insussistenza di qualsiasi ostacolo legale. La rigidità dell’amministrazione, secondo il giudice, non poteva giustificare il provvedimento decadenziale. La decisione promuove un approccio che privilegia la
ponderazione e la valutazione concreta su automatismi sanzionatori, aprendo la strada a una gestione più equilibrata dei procedimenti concorsuali in presenza di fatti oggi privi di rilevanza penale.