Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha illustrato al Sole 24 Ore i principi cardine del disegno di legge sul Merito, approvato recentemente in Consiglio dei ministri. Secondo Zangrillo, il nuovo sistema di sviluppo di carriera dei dirigenti pubblici garantisce maggiore trasparenza e severità rispetto ai tradizionali concorsi pubblici. Il ministro respinge le critiche sulla possibile violazione dei principi costituzionali, affermando che il percorso delineato è basato su criteri di merito e imparzialità.
Un iter di carriera rigoroso
Il nuovo meccanismo prevede che solo i funzionari con almeno cinque anni di esperienza e un profilo adeguato possano essere proposti per lo sviluppo di carriera. Il dirigente che avanza la candidatura dovrà presentare una relazione a una commissione di sette membri estratti a sorte, con la presidenza di un componente esterno e l’affiancamento di un assessor esperto in selezione del personale.
L’iter non si conclude con l’assegnazione del ruolo dirigenziale, ma prevede un incarico temporaneo di quattro anni, al termine del quale il candidato sarà valutato da una nuova commissione indipendente. Solo al termine di questo periodo di nove anni si potrà accedere stabilmente al ruolo dirigenziale.
Una gestione del personale più moderna
Il disegno di legge introduce anche un nuovo sistema di definizione degli obiettivi, ispirato alle best practice del settore privato. Gli obiettivi verranno fissati entro marzo e valuteranno non solo le competenze tecniche, ma anche le capacità organizzative e trasversali. L’intento è di superare l’attuale logica burocratica, spingendo i dirigenti a un ruolo più attivo nella crescita dei propri collaboratori.
Tuttavia, Zangrillo riconosce che il cambio di paradigma non si realizza solo con nuove norme, ma richiede un profondo cambiamento culturale. Per questo, il ministero ha già avviato percorsi formativi dedicati ai dirigenti pubblici, con particolare attenzione alla leadership e alla valutazione della performance.
La revisione degli Organismi interni di valutazione (Oiv)
Una delle criticità dell’attuale sistema di valutazione è l’attribuzione generalizzata di giudizi di eccellenza ai dipendenti pubblici, come evidenziato dalla Corte dei Conti. Per questo, il disegno di legge delega la riforma degli Oiv, con l’obiettivo di rendere più oggettive ed efficaci le valutazioni.
Retribuzioni e contrattazione collettiva
Il ministro affronta anche il tema del salario accessorio, che negli anni ha sopperito ai bassi livelli retributivi e ai ritardi nei rinnovi contrattuali. Zangrillo sottolinea che i recenti interventi normativi hanno permesso un significativo recupero del potere d’acquisto per molti comparti della PA, nonostante le divergenze con alcuni sindacati sulla gestione delle trattative.
Il nodo degli enti locali
Zangrillo riconosce le difficoltà degli enti territoriali, spesso penalizzati rispetto alle amministrazioni centrali. Pur ammettendo la mancanza di risorse immediate per colmare il divario, il ministro si dice disponibile a un confronto con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e i rappresentanti degli enti locali per individuare soluzioni, come il potenziamento del welfare aziendale.
Con questa riforma, il Governo mira a rendere la PA più efficiente e meritocratica, avvicinandola alle logiche del settore privato, senza rinunciare ai principi di imparzialità e trasparenza dettati dalla Costituzione.