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Correzione degli elaborati nei concorsi pubblici: il Consiglio di Stato fissa i paletti

Il Consiglio di Stato, (Sez. VII) con la sentenza n. 605 del 27 gennaio 2025, ha stabilito un principio importante riguardante i tempi di correzione nelle procedure concorsuali
 
 
 
 

10 MARZO 2025

Il Consiglio di Stato, (Sez. VII) con la sentenza n. 605 del 27 gennaio 2025, ha stabilito un principio importante riguardante i tempi di correzione nelle procedure concorsuali, rispondendo a un caso che ha sollevato questioni sulla rapidità con cui una commissione esaminatrice ha valutato gli elaborati dei candidati.
 

Il caso

Un candidato, insoddisfatto degli esiti di un concorso, ha presentato ricorso impugnando la nomina della commissione e altri atti relativi alla procedura. Il suo appello si concentrava sulla “singolare accelerazione” dei tempi di correzione, che si è conclusa in appena tre giorni, dopo che la commissione era stata formata e aveva iniziato i lavori in soli sedici giorni. Tuttavia, la sua lamentela sulla presunta brevità di questi tempi è stata respinta in primo grado dal TAR e, successivamente, anche dal Consiglio di Stato.
 

L’analisi giuridica

I giudici hanno esaminato in dettaglio le critiche relative ai tempi impiegati dalla commissione per la valutazione dei titoli dei candidati. Non hanno trovato merito nelle preoccupazioni dell’appellante, dato che non sono emersi elementi concreti che indicassero una negligenza o una superficialità nella revisione dei documenti. Importante notare che la procedura coinvolgeva solo due candidati, il che potrebbe giustificare la brevità del processo di valutazione.
 

Il principio di diritto

La decisione ha chiarito che, in assenza di norme specifiche che predeterminano i tempi di valutazione, la rapidità del processo concorsuale non può essere oggetto di ricorso. Questo stabilisce un precedente significativo su come i tempi di lavoro delle commissioni esaminatrici non siano sindacabili in sede di legittimità, a meno che non siano evidenti casi di negligenza o errori procedurali gravi.
 

Implicazioni

Questa sentenza del Consiglio di Stato rafforza il principio di autonomia delle commissioni esaminatrici nel gestire i tempi delle loro valutazioni, purché il processo rimanga equo e conforme alle normative vigenti. Resta fondamentale, tuttavia, che ogni commissione operi con la dovuta diligenza, assicurando che ogni candidato venga valutato con la serietà e l’attenzione che merita.