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ARAN, nuove retribuzioni per i dipendenti PA

Il nuovo Rapporto semestrale sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici, pubblicato dall’Aran e aggiornato al 16 settembre 2024, evidenzia le dinamiche salariali nei quattro comparti di contrattazione Aran, analizzando i trend degli ultimi sei anni
 
 
 
 

4 NOVEMBRE 2024

Il nuovo Rapporto semestrale sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici, pubblicato dall’Aran e aggiornato al 16 settembre 2024, evidenzia le dinamiche salariali nei quattro comparti di contrattazione Aran, analizzando i trend degli ultimi sei anni. Questo periodo copre i due trienni contrattuali 2016-2018 e 2019-2021.
 
Nel triennio 2016-2018, ad esempio, le retribuzioni contrattuali sono aumentate sistematicamente più di quanto stabilito dai CCNL, grazie a incrementi percentuali sugli stipendi tabellari che hanno superato quelli previsti per la retribuzione complessiva. Anche le retribuzioni effettive mostrano, nello stesso periodo, aumenti superiori, con forti effetti di slittamento salariale, soprattutto nelle Funzioni Centrali, dove l’incremento è stato del 6,8%, contro il 3,48% dei contratti, e nei comparti Funzioni Locali e Istruzione e Ricerca, con aumenti rispettivi del 5,07% e del 4,78%.
 
Nel triennio successivo, 2019-2021, l’analisi evidenzia altre asimmetrie. In particolare, nelle Funzioni Centrali e nella Sanità, le retribuzioni contrattuali sono cresciute più degli incrementi definiti dai CCNL, rispettivamente del 7,05% e del 6,33%, grazie a risorse straordinarie per incrementi su voci indennitarie fisse. Le retribuzioni di fatto, invece, hanno mostrato slittamenti significativi nelle Funzioni Centrali (+9,41%), mentre negli altri settori tali fenomeni sono stati marginali.
Il Rapporto conclude osservando che, rispetto agli incrementi attesi nei due trienni, stimati per le Funzioni Centrali in 191 euro mensili per 13 mensilità, l’incremento effettivo è stato di 406 euro. Situazione simile si riscontra negli altri comparti: per le Funzioni Locali, l’incremento CCNL atteso di 176 euro si è tradotto in un aumento reale di 205 euro; per la Sanità, da 186 a 210 euro; per Istruzione e Ricerca, da 175 a 180 euro.