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Il rinnovo del contratto dei dipendenti PA prova lo scatto finale

Il rinnovo del contratto per il triennio 2022-2024 dei dipendenti pubblici, in particolare per i ministeri e le agenzie fiscali, è in procinto di concludersi con incrementi salariali rivisti verso l’alto
 
 
 
 

30 OTTOBRE 2024

Il rinnovo del contratto per il triennio 2022-2024 dei dipendenti pubblici, in particolare per i ministeri e le agenzie fiscali, è in procinto di concludersi con incrementi salariali rivisti verso l’alto. La prossima riunione presso l’ARAN, prevista per oggi, lunedì 28 ottobre, potrebbe portare a una conclusione delle trattative. Le nuove cifre prevedono aumenti lordi mensili che spaziano dai 121,4 euro per i lavoratori di livello più basso, classificati come «operatori», fino ai 193,90 euro per il livello delle «elevate professionalità», il più alto. I livelli intermedi, come gli assistenti e i funzionari, registrano aumenti di 127,7 e 155,1 euro rispettivamente.
 
Le differenze rispetto alle proposte iniziali non sono sostanziali, ma rappresentano l’uso di risorse finora accantonate per dare un impulso finale alle trattative. La situazione è influenzata anche dal contesto della nuova legge di bilancio, che prevede un incremento medio del 6% per il periodo 2022-2024 e fissa i fondi per i periodi successivi: 5,55 miliardi di euro per il triennio 2025-2027 e 6,112 miliardi per il 2028-2030. Questa strategia differisce dal passato, dove le risorse erano stanziate progressivamente; ora, grazie alle direttive della riforma del Patto Ue, i Paesi sono chiamati a pianificare un budget a lungo termine, modificabile solo in casi straordinari, come eventi eccezionali o cambi di governo.
L’ultima bozza include due dichiarazioni congiunte che segnano la volontà di accelerare: la prima mira a ridurre i tempi per le verifiche successive alla pre-intesa, in modo da avviare subito il confronto per il triennio successivo. La seconda prevede una possibile riapertura del tavolo in caso di novità legislative, segnalando l’intenzione di chiudere l’accordo entro fine anno.
 
Maurizio Landini della Cgil ha recentemente dichiarato che il sindacato non firmerà contratti con aumenti inferiori all’inflazione, mentre PierPaolo Bombardieri della Uil ha avanzato la proposta di anticipare alcune risorse previste per il triennio 2025-2027, una mossa complessa da attuare. Tuttavia, l’intesa potrebbe comunque raggiungere il 51% di approvazione necessario, anche senza l’appoggio di Cgil e Uil, se il via libera arriverà dalla Flp, che chiede percorsi di carriera più flessibili e una maggiore tutela della salute.