Concorsi pubblici e materie d'esame indicate nel bando
Il TAR Lazio, mediante sentenza del 18 settembre 2023, n. 13846, ribadisce che le materie d’esame indicate nel bando di concorso vincolano l’Amministrazione che, da queste, non può discostarsi in sede di predisposizione e somministrazione delle prove
25 OTTOBRE 2023
Il TAR Lazio, Roma (Sez. I-quater), 18 settembre 2023 n. 13846 ha ribadito che le materie d’esame indicate nel bando di concorso vincolano definitivamente l’amministrazione e la commissione giudicatrice che, da queste, non può discostarsi in sede di predisposizione e somministrazione delle prove.
Il bando, costituendo la lex specialis del concorso indetto per l'accesso al pubblico impiego, deve essere interpretato in termini strettamente letterali, con la conseguenza che le regole in esso contenute vincolano rigidamente l'operato dell'amministrazione pubblica, obbligata alla loro applicazione senza alcun margine di discrezionalità, in ragione sia dei principi dell'affidamento e di tutela della parità di trattamento tra i concorrenti, che sarebbero pregiudicati ove si consentisse la modifica delle regole di gara cristallizzate nella lex specialis medesima, sia del più generale principio che vieta la disapplicazione del bando, quale atto con cui l'amministrazione si è originariamente autovincolata nell'esercizio delle potestà connesse alla conduzione della procedura selettiva; di conseguenza, le clausole del bando di concorso per l'accesso al pubblico impiego non possono essere assoggettate a procedimento ermeneutico in funzione integrativa, diretto ad evidenziare in esse pretesi significati impliciti o inespressi, ma vanno interpretate secondo il significato immediatamente evincibile dal tenore letterale delle parole e dalla loro connessione.