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Illegittima l’ordinanza regionale che invita i dipendenti a vaccinarsi

Il Garante per la protezione dei dati personali ha inviato un avvertimento al presidente della Regione Sicilia (provvedimento del 22 luglio 2021)

28 LUGLIO 2021

I trattamenti dei dati personali che riguardino lo stato vaccinale di dipendenti pubblici, tali da determinare limitazione di diritti e libertà individuale, non possono di certo essere disposti da un’ordinanza emessa da un presidente di Regione. È questo l'avvertimento, contenuto nel provvedimento del 22 luglio 2021, inviato dal Garante per la protezione dei dati personali (Privacy) alla Regione Sicilia, in relazione all’ordinanza n. 75/2021, potenzialmente lesiva delle disposizioni del GDPR e del Codice Privacy.

Mediante l'ordinanza, il vertice dell'Amministrazione regionale ha "formalmente invitato" tutti i dipendenti che intrattengono un contatto diretto con l'utenza a ricevere la vaccinazione; nel caso contrario, si legge nel provvedimento, potrebbe essere deciso lo spostamento di mansioni. Tale regola, non prevista da alcuna normativa vigente sul territorio nazionale, cagiona un'inammissibile disparità di trattamento tra i dipendenti pubblici della Sicilia e tutti gli altri, anche in relazione ai trattamenti generalizzati di dati relativi allo stato vaccinale dei dipendenti che non si attengono alla disciplina in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.