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Alluvione Emilia Romagna – Piano di interventi urgenti

29 MAGGIO 2023

Il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, in qualità di Commissario delegato per l’emergenza, ha approvato con decreto un primo stralcio del Piano di interventi urgenti  di protezione civile  che  definisce  la destinazione dei primi 10 milioni di euro,  stanziati dal Consiglio dei ministri con la deliberazione dello stato di emergenza, a favore dei  sette territori provinciali colpiti dagli eventi alluvionali del mese di maggio: Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini.

 
Cosa stabilisce il decreto
 
Il decreto firmato dal Commissario per l’emergenza stabilisce che dei 10 milioni di euro a disposizione,
 
3,1 serviranno a far fronte alle spese sostenute dagli Enti locali  per le attività di soccorso e assistenza alla popolazione;
3 milioni rappresentano un primo stanziamento per i Cas, i Contributi per l’autonoma sistemazione, a copertura dei costi sostenuti dai nuclei famigliari che hanno dovuto lasciare la propria abitazione e hanno provveduto autonomamente a reperire un alloggio;
1,2 milioni  sono destinati a rimborsare le spese sostenute dal volontariato di Protezione civile per le attività di  intervento sul territorio.
Infine 2,7 milioni di euro sono rivolti a primi interventi di somma urgenza, realizzati sui corsi d’acqua a seguito del primo evento alluvionale che all’inizio di maggio ha colpito il territorio regionale.
I Comuni possono già chiedere all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale  e la Protezione civile l’anticipazione del 50% dei costi sostenuti, nell’attesa  che venga realizzata una più complessiva ricognizione delle spese sostenute e dei danneggiamenti pubblici.
 
I cittadini che hanno dovuto abbandonare le proprie case per gli eventi che hanno colpito l’Emilia-Romagna da inizio maggio e che hanno trovato un alloggio alternativo (ad esempio presso parenti o amici, oppure in roulotte e camper) possono chiedere il contributo di autonoma sistemazione (CAS).
 
I Comuni o loro Unioni trasmettono all’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile l’elenco riepilogativo delle domande arrivate insieme alla richiesta di trasferimento delle risorse in base a questo calendario:
 
entro il 5 agosto per il periodo maggio-luglio;
entro il 5 novembre per il periodo agosto-ottobre;
entro il 5 febbraio 2024, per il periodo novembre-gennaio;
entro il 5 maggio 2024 per il periodo febbraio-aprile.
Comuni o Unioni provvederanno trimestralmente ad erogare il contributo ai nuclei famigliari.
 
COSA PREVEDE IL CAS, IN BREVE:
Per presentare domanda è necessario avere la residenza anagrafica e la dimora abituale nell’abitazione sgomberata alla data di inizio degli eventi calamitosi (1^ maggio) come risulta dal certificato storico dello stato di famiglia (non domicilio).
La domanda va presentata entro il 30 giugno 2023 su un apposito modulo presso il Comune dove si trova la casa sgomberata e può essere consegnata a mano o spedita tramite raccomandata.
Gli importi previsti al mese sono di 400 euro per nuclei famigliari composti da una sola persona, 500 euro per 2 persone, 700 per 3, 800 per 4 e 900 per nuclei di 5 o più persone.
Contributo che viene aumentato di 200 euro per ogni componente del nucleo familiare che, sempre a far data dal 1^ maggio, sia di età superiore a 65 anni, oppure sia una persona con disabilità o con invalidità non inferiore al 67%.
Il contributo è ridotto per il periodo inferiore al mese (dividendo l’importo mensile per il numero dei giorni del mese di riferimento moltiplicato per i giorni di mancata fruibilità dall’abitazione). Ed è concesso a partire dalla data di ordinanza di sgombero o, se antecedente, dalla data di effettiva evacuazione dichiarata da chi fa richiesta e confermata dall’amministrazione comunale con un’apposita attestazione.
I soldi vengono erogati fino alla revoca dell’ordinanza di sgombero, oppure fino a che non si siano realizzate le condizioni di agibilità per il rientro in casa o, infine, fino a che si sia provveduto ad altra sistemazione stabile e comunque non oltre la scadenza dello stato di emergenza.