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Nuove regole per le autorizzazioni paesaggistiche

Depositato in Senato il disegno di legge 1372 che delega il Governo a rivedere il codice dei beni culturali e del paesaggio
 
 
 
 

30 SETTEMBRE 2025

In materia di autorizzazioni paesaggistiche è stato depositato in Senato il disegno di legge n. 1372, che conferisce al Governo la delega ad adottare, entro dodici mesi, uno o più decreti legislativi per la revisione del codice dei beni culturali e del paesaggio (d.lgs. 42/2004). L’obiettivo dichiarato è quello di coniugare la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico con una maggiore efficienza dei procedimenti amministrativi, evitando sovrapposizioni e incertezze interpretative che negli anni hanno spesso rallentato l’iter autorizzativo.

Le misure di semplificazione

Tra i principi direttivi indicati dal testo spicca la semplificazione degli interventi di lieve entità, come quelli elencati nell’Allegato B del d.P.R. 31/2017, che non dovranno più passare al vaglio delle Soprintendenze ma saranno affidati agli enti territoriali, previa verifica di conformità agli strumenti urbanistici e ai piani paesaggistici. Il disegno di legge prevede inoltre una disciplina procedurale agevolata per gli interventi legati alla sicurezza idrogeologica, alla tutela del patrimonio culturale in caso di calamità naturali e per le attività stagionali e ripetitive che non presentino modifiche sostanziali rispetto a precedenti autorizzazioni.

Il ruolo degli sportelli unici e le linee guida

Un altro punto centrale riguarda il rafforzamento degli sportelli unici per l’edilizia, chiamati a diventare il fulcro delle procedure, con l’obiettivo di uniformare i percorsi autorizzativi, ridurre gli oneri burocratici e favorire la digitalizzazione completa delle pratiche. Il Ministero della Cultura sarà inoltre tenuto, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge, ad adottare linee guida per garantire un’applicazione omogenea delle norme su tutto il territorio nazionale, distinguendo chiaramente tra interventi esclusi, interventi di lieve entità e quelli soggetti a regime ordinario. Una riforma che punta dunque a bilanciare tutela e semplificazione, con effetti concreti sia per le istituzioni che per i cittadini.