La Corte Costituzionale sulle concessioni balneari in Sicilia
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 109 del 24 giugno 2024, ha posto fine alla controversia sulle proroghe delle concessioni demaniali marittime in Sicilia, dichiarandole incostituzionali
3 LUGLIO 2024
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 109 del 24 giugno 2024, ha posto fine alla controversia sulle proroghe delle concessioni demaniali marittime in Sicilia, dichiarandole incostituzionali. Questa decisione riguarda l’articolo 36 della Legge di stabilità regionale 2023-2025 della Regione Siciliana, che aveva esteso il termine per il rinnovo delle concessioni balneari fino al 30 aprile 2023. La normativa è stata impugnata dal Governo italiano per eccesso di competenza regionale e per violazione dell’articolo 117 della Costituzione, che impone agli enti regionali il rispetto degli obblighi europei, tra cui quelli derivanti dalla direttiva Bolkestein.
Il Principio di concorrenza e la direttiva Bolkestein
La direttiva Bolkestein mira a garantire la libera concorrenza e l’accesso aperto ai mercati servizi all’interno dell’Unione Europea, prescrivendo che le concessioni demaniali debbano essere messe a gara al termine di ogni contratto. La prassi siciliana delle proroghe automatiche, ora revocata, si poneva in contrasto con questi principi, limitando la possibilità per nuovi operatori di entrare nel mercato. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha più volte ribadito l’illegittimità di tali rinnovi automatici, posizione che ha influenzato anche la recente sentenza della Corte Costituzionale italiana.
Le Implicazioni per il mercato e la gestione del demanio
Con questa sentenza, si apre una nuova fase per la gestione delle aree demaniali marittime in Sicilia, richiedendo un adeguamento alle normative europee che favoriscono la trasparenza e la concorrenza. Le autorità regionali saranno ora obbligate a rivedere le proprie politiche, introducendo sistemi di gara aperti e trasparenti che permettano a tutti gli operatori economici di competere su base equa. Questa decisione non solo si allinea agli obiettivi dell’Unione Europea ma promuove anche un utilizzo più efficiente e imparziale del patrimonio pubblico marittimo, potenzialmente apportando innovazione e sviluppo nel settore turistico-ricreativo della regione.