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Opere idriche, investimenti da 17,6 miliardi per difendere il bene

L'Italia si trova davanti a una sfida cruciale: quella della gestione sostenibile dell'acqua, risorsa sempre più preziosa e minacciata dalla siccità costante
 

21 GIUGNO 2024

L’Italia si trova davanti a una sfida cruciale: quella della gestione sostenibile dell’acqua, risorsa sempre più preziosa e minacciata dalla siccità costante. La risposta potrebbe essere un Piano nazionale per l’acqua, suggerito dal rapporto “Water Intelligence”, che prevede investimenti annui di 17,65 miliardi di euro. Questo piano si propone di estendere gli investimenti per un decennio, assicurando una gestione efficace e una produzione idroelettrica rinnovata. Circa 13,8 miliardi sarebbero destinati direttamente alla gestione idrica, inclusi progetti per il servizio idrico integrato e la costruzione di nuove dighe.
 

Ripensare il ruolo della PA


L’ex sottosegretario Erasmo D’Angelis enfatizza la necessità di un’integrazione tra le competenze frammentate nelle amministrazioni italiane. Il rapporto denuncia l’attuale assenza di una strategia coerente e di lungo termine nell’amministrazione dell’acqua, ponendo l’accento sulla necessità di riconoscere e valorizzare la rete idrica alla stregua delle altre infrastrutture essenziali come quelle stradali o digitali. La legge Galli di 28 anni fa ha rappresentato un passo indietro, e oggi si impone un cambio di passo per garantire sostenibilità e efficienza.
 

Economicamente fattibile e urgentemente necessario


Mauro Grassi, economista e coautore del rapporto, sostiene che la spesa prevista è economicamente sostenibile e necessaria, specialmente considerando gli alti costi già sostenuti per gestire emergenze idriche passate, che superano i 30 miliardi di euro negli ultimi vent’anni. Il nuovo piano non solo proteggerebbe l’ecosistema e lo sviluppo economico del paese, ma eviterebbe anche future spese emergenziali, offrendo una risposta proattiva piuttosto che reattiva ai problemi idrici dell’Italia.