Concessioni demaniali marittime: un cambiamento necessario
La questione delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative è stata oggetto di un lungo e complesso dibattito giuridico in Italia, culminato in una serie di decisioni chiave che hanno evidenziato il contrasto con il diritto dell'Unione Europea e la necessità di riforme legislative coerenti con i principi di libertà di stabilimento e concorrenza
27 MAGGIO 2024
La questione delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative è stata oggetto di un lungo e complesso dibattito giuridico in Italia, culminato in una serie di decisioni chiave che hanno evidenziato il contrasto con il diritto dell’Unione Europea e la necessità di riforme legislative coerenti con i principi di libertà di stabilimento e concorrenza.
Le recenti sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e del Consiglio di Stato hanno segnato una svolta significativa nella gestione delle concessioni demaniali marittime, mettendo in evidenza la non conformità delle proroghe automatiche e generalizzate previste dalla legislazione italiana rispetto alle normative europee.
Contrasto tra legislazione europea e nazionale
Il contesto normativo si è evoluto con l’abrogazione dell’articolo 1, commi 682 e 683, della legge n. 145 del 2018, sostituito dalla legge n. 118 del 2022, e ulteriormente modificato dalla legge n. 14 del 2023. Quest’ultima norma ha esteso la durata delle concessioni senza definire un termine, impedendo l’emanazione di nuovi bandi di gara. Questa situazione ha suscitato preoccupazioni per una possibile violazione del diritto dell’UE, specificamente l’articolo 12 della Direttiva 2006/123/CE e l’articolo 49 del TFUE, che riguardano rispettivamente la libertà di prestazione dei servizi e la libertà di stabilimento.
Le sentenze del Consiglio di Stato
La VII sezione del Consiglio di Stato, con le sue recenti sentenze, ha chiarito che le disposizioni di proroga si pongono in palese contrasto con il diritto unionale, sottolineando la necessità di avviare procedure di gara aperte e trasparenti per l’assegnazione delle concessioni. Le decisioni hanno seguito una linea interpretativa ormai consolidata, confermata dalla Corte di Giustizia con la sentenza del 20 aprile 2023 (comune di Ginosa, in C-348/22).
Cons. Stato, sez. VII, 20 maggio 2024, n. 4479 – Pres. Chieppa, Est. Noccelli
Cons. Stato, sez. VII, 20 maggio 2024, nn. 4480 E 4481 – Pres. Chieppa, Est. Noccelli
Un aspetto particolarmente sensibile riguarda l’analisi della scarsità delle risorse balneari. Il Consiglio di Stato ha evidenziato come una gestione non proporzionata dei tratti di spiaggia libera potrebbe violare i principi costituzionali di solidarietà economica e sociale e di tutela dell’ambiente e del paesaggio, limitando l’accesso gratuito alle coste per i soggetti meno abbienti.
In un tentativo di mediare tra le necessità di conformità legale e le esigenze pratiche, il Consiglio di Stato ha indicato i limiti entro cui può essere disposta una proroga tecnica, fissata al 31 dicembre 2024. Questa misura temporanea mira a consentire il completamento delle procedure di gara, con l’adozione di criteri chiari e trasparenti per l’indizione delle gare stesse.
Conclusione
La trasformazione del quadro legislativo e giuridico delle concessioni demaniali marittime in Italia rappresenta una sfida significativa ma necessaria per garantire la conformità con il diritto dell’Unione Europea, promuovere la competitività e proteggere i diritti dei cittadini all’accesso alle risorse naturali. Le autorità italiane sono ora chiamate a una rapida e efficace implementazione di questi principi, attraverso un’adeguata revisione delle normative e delle procedure amministrative.