Com’è noto il
Rapporto annuale sui rifiuti urbani dell’ISPRA-SNPA è una lettura obbligata per chi si occupa di rifiuti, di servizi pubblici e materie ad esse riconducibili (contratti pubblici, anticorruzione, concorrenza, contabilità, eccetera).
Si tratta di un documento che bisogna relazionare ad altri quali, ad esempio, quelli dell’ARERA, del’AGCM, dell’ANAC, dell’IFEL, della Sose SpA, dei Dicasteri non solo dell’ambiente (Programma Nazionale Gestione Rifiuti, Programma Nazionale di Prevenzione Rifiuti, ecc.) ma anche economici e pure emanati a livello governativo (es. il PNRR, i Bilanci, ecc.), dall’ANCI-CONAI, dalle regioni e provincie autonome (es. Piani regionali), e da molti altri ancora.
Non ci si lasci ingannare o irretire da quelle fonti cosiddette “tecniche” che vieppiù stanno prendendo piede in ogni campo, solo perché producono regolamentazioni o decisioni rappresentandole come neutrali e/o imparziali. Come cerco qui di accennare (riservandomi di intervenire più diffusamente stante la complessità e delicatezza della materia)
anche qui la statistica e le metodiche vanno meglio investigate, nella consapevolezza che scegliendo diversi approcci e modi, cambiano anche i risultati. Ma, ancora più rilevante è considerare che surrettiziamente si interviene anche su aspetti valoriali. Solo per dirlo provocatoriamente per farmi capire: ad esempio il criterio di efficienza è condiviso da tutti? È preferibile un solidarismo fronteggiato dalla fiscalità generale? Oppure come vanno dosati e proporzionati questi valori e budget?
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