IMU, nuove regole per il prospetto aliquote 2026
Nuovo decreto MEF aggiorna le fattispecie per la differenziazione delle aliquote IMU e riattiva sul Portale del federalismo fiscale la procedura per il Prospetto 2026
13 NOVEMBRE 2025
Con il comunicato del 10 novembre 2025, il Ministero delle Finanze informa i Comuni dell’adozione del D.M. 6 novembre 2025, che aggiorna l’Allegato A al D.M. 6 settembre 2024 in materia di IMU. Il decreto ridefinisce le fattispecie in base alle quali gli enti possono modulare le aliquote e riattiva, da oggi 12 novembre 2025, l’applicazione “Gestione IMU” sul Portale del federalismo fiscale per l’elaborazione e la trasmissione del Prospetto aliquote 2026, accompagnata da Linee guida aggiornate. Resta fermo che, in caso di mancata approvazione e pubblicazione del Prospetto nei termini, continueranno ad applicarsi le aliquote vigenti o, in assenza di Prospetto, quelle di base.
Nuovo prospetto IMU 2026: attivazione dell’applicativo e regole di continuità
A partire da
oggi, 12 novembre 2025, i Comuni potranno utilizzare l’applicazione informatica
“Gestione IMU” sul Portale del federalismo fiscale per
elaborare e trasmettere il prospetto delle aliquote 2026, aggiornato con il decreto del 6 novembre 2025 del Viceministro Maurizio Leo. Contestualmente, il Dipartimento delle Finanze ha
aggiornato le linee guida per la compilazione e l’invio del modello.
Viene chiarito un punto operativo rilevante: i Comuni che
hanno già approvato le aliquote 2025 utilizzando il prospetto e
non intendono modificarle non devono riapprovare un prospetto identico per il 2026. In questo caso opera la regola generale del
comma 169 della legge 296/2006: in mancanza di nuove delibere,
si applicano le aliquote vigenti l’anno precedente.
Diversa la posizione degli enti che
non hanno adottato il prospetto IMU 2025: per loro resta la “sanzione” normativa, ossia
l’obbligo di applicare le aliquote di base, non quelle 2024, fino al primo anno in cui approveranno e trasmetteranno correttamente il prospetto. Un segnale chiaro: il Ministero incentiva l’uso dello schema standard come condizione per l’autonomia regolatoria.