21 APRILE 2021
Occorre prevedere espressamente che il termine del 31 maggio per uscire dal servizio pubblico ha efficacia dall’anno successivo, cioè dal 2022, consentendo per l’anno 2021 di confermare le agevolazioni regolamentate dai comuni per il 2020 senza variazioni peggiorative per le utenze non domestiche. Lo ha chiesto l’ANCI con una proposta di emendamento al disegno di legge di conversione del DL 41/2021 (c.d. decreto Sostegni), attualmente all’esame del Senato.
Si tratta di una questione di fondamentale importanza per i Comuni, attualmente alle prese con la predisposizione dei piani finanziari della TARI propedeutici per la determinazione delle tariffe, il tutto entro il termine del 30 giugno 2021, come previsto dal DL 41/2021 il quale prevede altresì il termine del 31 maggio per l’uscita dal servizio da parte delle attività economiche (facoltà introdotta dal d.lgs. 116/2020).
Ebbene, il 2 marzo scorso Anci e Utilitalia hanno chiesto il rinvio al 2022 dell’eliminazione della quota variabile della Tari per le utenze che decidono di uscire dal servizio pubblico di gestione dei rifiuti, come peraltro si evincerebbe implicitamente dalla bozza di circolare Mef-Ambiente. Circolare