Proroga tecnica solo in casi limitati e precisi, serve la gara aperta
5 AGOSTO 2024
L’Azienda Ospedaliera dei Colli costituita il 1°gennaio 2011, dall’unificazione amministrativa degli ospedali ‘Monaldi’, ‘Cotugno’ e ‘CTO’ non ha mai portato a compimento alcuna procedura ad evidenza pubblica per l’affidamento degli appalti di servizi di vigilanza e portierato, ‘adattando’ i contratti stipulati tra il 2010 ed il 2011 sino ad oggi, in totale distonia con la normativa legislativa volta alla promozione di una adeguata tutela della concorrenza e del mercato.
E’ quanto contesta Anac all’Azienda ‘Dei Colli’ (Napoli) dopo aver accertato un utilizzo improprio dell’istituto della proroga tecnica che ha esteso la durata contrattuale di diversi contratti d’appalto di servizi di vigilanza per quasi un decennio, non facendo ricorso a gare aperte e violando reiteratamente il Codice degli Appalti.
L’Azienda ospedaliera ha, dunque, “affidato i servizi di vigilanza presso le proprie strutture, mediante reiterate proroghe per almeno dieci annualità consecutive erogando mediamente 2,5 milioni di euro annui in un settore di mercato da considerarsi problematico e tra quelli maggiormente esposti al rischio di infiltrazione mafiosa”.
“Il quadro complessivo che emerge dall’esame della documentazione acquisita dall’Autorità consente di rilevare che l’Azienda Ospedaliera ‘dei Colli’ ha agito in plurime occasioni secondo criteri di ‘amministrazione dell’emergenza’, evidenziandosi il ricorrere di apprezzabili difficoltà programmatorie derivanti in larga misura da deficienze/carenze della struttura organizzativa. In buona sostanza, dunque, Anac sottolinea che l’Azienda Ospedaliera nata il primo gennaio 2011, non ha ancora ad oggi adeguati strumenti in termini di risorse umane e materiali per poter fronteggiare compiti e adempimenti diventati, via via, nel tempo, sempre più gravosi”.
“I controlli in corso di esecuzione dell’appalto presso i tre presidi ospedalieri non risultano adeguatamente effettuati e/o documentati ai fini dell’accertamento della regolare esecuzione”, scrive inoltre l’Anac nella
delibera N. 256, approvata dal Consiglio il 24 maggio 2024.
“I Responsabili del procedimento e i Direttori dell’esecuzione non hanno adeguatamente svolto le funzioni di coordinamento, direzione e di controllo, e l’Azienda Ospedaliera non ha operato nell’adeguato rispetto del Codice; nel periodo intercorrente tra il 2010 ed il 2024, infatti, la stazione appaltante non ha fornito alcuna evidenza documentale in merito ai controlli svolti in linea con quanto previsto dalla normativa primaria e regolamentare di riferimento”.
Nella delibera approvata, Anac aggiunge che “la programmazione è espressione dei più generali principi di buon andamento, economicità ed efficienza dell’azione amministrativa, in quanto rappresenta un momento di chiarezza fondamentale per la determinazione del quadro delle esigenze, per la valutazione delle strategie di approvvigionamento, per l’ottimizzazione delle risorse e per il controllo delle fasi gestionali. La fase dei controlli in fase esecutiva è fondamentale per garantire l’esatto adempimento delle prestazioni da parte degli operatori economici affidatari dell’appalto e per realizzare l’interesse pubblico sotteso all’affidamento. Pertanto – Anac conclude – invitando l’Azienda Ospedaliera ad “una riflessione propedeutica ad una migliore allocazione delle risorse pubbliche negli ambiti considerati; ciò in quanto, in assenza di un’adeguata programmazione degli acquisti e di adeguate iniziative di verifica e controllo da parte dell’Amministrazione relativamente alla fase di esecuzione degli appalti, viene in rilievo il concreto rischio di depauperare risorse economiche che potrebbero essere meglio investite per la cura dei pazienti o per implementare adeguatamente le risorse umane e materiali dei tre presidi ospedalieri cui si è trattato, fondamentali per soddisfare la domanda di servizi sanitari nel territorio campano”.