Variante ferroviaria di Falconara, irregolarità e ritardi. Anac interviene nei confronti di RFI spa
18 GIUGNO 2024
Irregolarità, anomalo andamento dell’appalto, ritardi di anni tra la progettazione e l’approvazione. Sono questi alcuni dei rilievi che l’Autorità Nazionale Anticorruzione,in esito ad un’ispezione condotta presso il cantiere, ha rivolto a Rete Ferroviaria Italiana spa per la progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di realizzazione del nuovo tratto «Variante di Falconara» della linea ferroviaria Bologna-Lecce.
Il tratto ferroviario a doppio binario presenta una lunghezza di 4,4 km circa, e una bretella di collegamento fra la linea Orte-Falconara e la «Variante di Falconara» diretta verso nord, a semplice binario di lunghezza di 1,5 km circa. L’appalto, comprensivo di opere civili, armamento ferroviario, impianti di trazione elettrica, sicurezza e segnalamento, telecomunicazione e luce e forza motrice, ha un importo complessivo di 71.606.227 euro.
Dopo attenta indagine, con delibera n. 231 dell’8 maggio 2024, l’Autorità ha riscontrato “sussistenti profili di irregolarità riguardanti l’anomalo andamento dell’appalto e i ritardi intercorsi nella fase di sviluppo della progettazione esecutiva e nella fase di approvazione della stessa laddove, a fronte della consegna delle prestazioni in data 14.12.2015, è stato consentito all’impresa di completare la progettazione in data 24.07.2018, addivenendosi all’approvazione del medesimo progetto esecutivo da parte della committenza RFI in data 03.12.2019, rispetto al completamento delle verifiche da parte di Italferr in data 14.12.2018. Ciò – continua Anac – senza il riconoscimento di impedimenti oggettivi al completamento della progettazione nei termini contrattuali di 180 giorni e in assenza di formali proroghe, tese a legittimare la protrazione della durata delle prestazioni progettuali, nonché dell’avvio di una procedura di contestazione dell’inadempimento all’impresa nei termini contrattuali previsti, idonea a garantire l’adempimento delle prescrizioni contrattuali”.
Anac ha rilevato, inoltre, “la disapplicazione delle norme contrattuali, da parte dell’appaltatore, riguardante la presentazione di un progetto esecutivo contenente modifiche rispetto al progetto definitivo posto a base di gara, non approvate preventivamente dalla committenza”. E’ stato ravvisato, in aggiunta, “la carenza dei presupposti per il riconoscimento di alcune varianti apportate nella fase di progettazione esecutiva”. “E’ risultato contestabile il presupposto sull’insorgenza di circostanze sopravvenute ed imprevedibili, anche tenuto conto che le indagini svolte nella fase della progettazione definitiva, oltre ad essere per la maggior parte risalenti (anche con riferimento alla data di approvazione del progetto definitivo), appaiono altresì condotte con metodologie non risultate idonee e comunque non adeguatamente estese”.
L’Autorità anticorruzione ha ritenuto “sussistente un anomalo andamento dell’appalto nella fase esecutiva, con palese sottoproduzione rispetto al cronoprogramma, a fronte del venire in rilievo del ritardo nella presentazione e successiva approvazione dei progetti esecutivi di dettaglio, dei ritardi intercorsi nella rimozione delle interferenze e delle problematiche che hanno comportato carenza di liquidità all’impresa, tenuto anche conto della necessità di assicurare la corretta attuazione della normativa in tema di compensazioni e di aggiornamento dei prezzari, nonché i ritardi emersi nell’approvazione delle varianti in corso d’opera, che hanno inciso sulla durata complessiva dell’appalto, già gravata da palesi anomalie e ritardi”.
Profili di ritardo sono stati riscontrati anche nella nomina del Collegio Tecnico Consultivo, strumento che avrebbe potuto contribuire alla risoluzione dei numerosi profili problematici intercorsi in corso d’esecuzione, risultati ostativi del regolare andamento dell’appalto.
Solo a seguito dell’intervento dell’Autorità, sono state avviate iniziative solutorie in ordine alla nomina del Collegio Consultivo Tecnico, consentendo alle parti di avviare un confronto sulle vicende che hanno caratterizzato la fase patologica della commessa per valutare se le stesse siano effettivamente idonee a incidere sulla prosecuzione del contratto. Per tali motivi, l’Anac ha stabilito di inviare la delibera al CCT affinché lo stesso, nelle valutazioni di competenza, possa tener conto anche di quanto accertato dall’Autorità.