Codice Appalti 2023: legittimo prevedere il divieto di ribasso sulle tariffe professionali minimi in applicazione della disciplina sull’equo compenso
23 MAGGIO 2024
La disciplina dell’equo compenso prevista dalla legge n. 49 del 2023 trova applicazione anche nei rapporti con le pubbliche amministrazioni, anche con riferimento ai contratti regolati dal Codice Appalti del 2023.
Non sussiste alcuna ipotesi di incompatibilità tra le due discipline, atteso che – a norma dell’art. 8 del Codice Appalti del 2023 – le pubbliche amministrazioni sono sempre tenute a garantire il rispetto della disciplina dell’equo compenso. Né una simile incompatibilità può essere desunta dal ricorso al criterio dell’offerta economica più vantaggiosa individuata secondo il rapporto qualità/prezzo, e ciò anche in quanto la Pubblica Amministrazione può legittimamente optare sia per il ribasso solo delle spese generali e accessorie sia per l’assenza di qualsiasi ribasso, ben potendo prevedersi la concorrenza fondata sui soli elementi qualitativi e non anche sul prezzo.
Infine, non può ritenersi sussistere alcun profilo di contrasto con la disciplina eurounitaria, la quale non vieta agli Stati membri di imporre degli onorari fissi purché questi non siano determinati in modo discriminatorio. Lo afferma il TAR Lazio nella sentenza n. 8580 del 30.4.2024.
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