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Sicurezza pubblica: se il Comune effettua un intervento deve rivalersi sui privati inadempienti

27 FEBBRAIO 2024

Se un’amministrazione comunale interviene a tutela della sicurezza pubblica con opere di manutenzione straordinaria su proprietà private per inazione dei privati stessi, deve attivarsi anche per recuperare le somme spese. Se non lo fa, contravviene alla giurisprudenza, con possibili risvolti di carattere erariale.

 
Lo ha affermato l’ANAC con la delibera n. 64 del 7 febbraio 2024, arrivata a conclusione al termine di un’istruttoria nei confronti del Comune di Amalfi. Diverse le contestazioni mosse all’Amministrazione, incluso il non essersi attivata “al recupero delle spese da sostenere per l’esecuzione dei lavori”. 
 
La premessa
ll Comune ha deliberato lavori per un importo complessivo di 5 milioni e 226.000 euro, finanziati con fondi regionali, per consolidare il costone Gaudio della penisola sorrentina. Di fronte all’esigenza di fronteggiare il pericolo derivante da un movimento franoso, riguardante proprietà private, con minaccia di incolumità pubblica e privata, il Consiglio di Stato ha ritenuto legittimo l’operato di un’Amministrazione che, dopo aver ordinato ai proprietari di un’area di iniziare lavori di consolidamento dei versanti di rispettiva proprietà per la tutela della privata e pubblica incolumità, interviene direttamente “vista la perdurante urgenza e la necessità che i lavori intimati alle proprietà venissero svolti in forma coordinata e da un unico soggetto per l’intero fronte d’intervento”.
 
I rilievi dell’ANAC
Secondo l’ANAC “al momento, da quanto acquisito in atti e procedimenti amministrativi posti in essere dall’Amministrazione di Amalfi, non risultano azioni finalizzate al recupero delle spese da sostenere per l’esecuzione dei lavori. Di fatto, però, l’intera operazione consiste nell’esecuzione di interventi di consolidamento eseguiti dall’Ente pubblico, ordinati a più riprese in passato a carico di soggetti privati e da questi nella maggior parte dei casi mai eseguiti”.