20 OTTOBRE 2021
Al fine di semplificare l’attività delle stazioni appaltanti e favorire risparmi economici di scala, Anac ha provveduto a fissare i prezzi di riferimento per l’acquisto delle risme di carta. Nella seduta di Consiglio del 28 settembre scorso è stato individuato il coefficiente di rivalutazione del prezzo di riferimento, utilizzando i parametri della Camera di Commercio di Milano.
Tale coefficiente di rivalutazione è pari a 1,04407 (variazione del 4,407%), rispetto al luglio 2020. L’aggiornamento dei prezzi di riferimento, che Anac provvede a fare ogni anno entro il 1° ottobre, risulta fondamentale per la programmazione della Pubblica amministrazione costituendo il prezzo massimo di aggiudicazione, anche per le procedure di gara con offerta più vantaggiosa. E’ importante sottolineare che i contratti stipulati in violazione di tale prezzo massimo risultano nulli.
L’individuazione dei “prezzi di riferimento”, compito affidato dalla legge ad Anac, favorisce la trasparenza del mercato e la vigilanza, consentendo agli operatori pubblici di rendersi conto se il prezzo che stanno pagando è ottimale o meno. Inoltre, permette di “controllare” la stazione appaltante, verificandone l’operato. Proprio per questo attiva un processo virtuoso di controllo incrociato tra i vari attori in campo, che diventa efficace strumento di prevenzione dei fenomeni corruttivi e fraudolenti, ma anche di comportamenti inefficienti.
Fissare i prezzi di riferimento, costituisce poi un aiuto fattivo alle amministrazioni pubbliche, facilitando la predisposizione dei capitolati, in quanto viene indicata la soglia da metter a base di gara. E garantisce risparmi che, su larga scala, risultano cospicui. Solo nel campo sanitario, tali risparmi potenziali sono stimati in 720 milioni di euro annui nel settore sanitario su 5,5 miliardi di valore di spesa coperta dai prezzi di riferimento in ambito sanitario. Emblematica, in tal senso, è l’indicazione fornita da Anac per i dispositivi in uso a chi soffre di diabete, che ha comportato un risparmio annuo nell’ordine di 150 milioni di euro per le casse della sanità pubblica.
Delibera numero 655 del 28 settembre 2021