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Come definire il piano di sicurezza urbana

5 GIUGNO 2024

Al fine di ottenere il miglior risultato possibile dallo sforzo operativo dei diversi attori istituzionali e sociali in ambito di sicurezza urbana, si suggerisce di osservare le seguenti buone prassi: 
Individuare le situazioni di criticità sociale e urbana che siano afflitte dalla presenza di comportamenti devianti e/o criminosi. Questa “mappatura” del territorio dovrà essere affiancata da un’attenta analisi del contesto per individuare le cause principali che abbiano agevolato il manifestarsi del fenomeno e le azioni che, di conseguenza, potrebbero risultare utili al suo superamento. 
La programmazione degli interventi da mettere in campo, sia sotto il profilo strutturale sia situazionale, dovrà prevedere quali siano i soggetti chiamati ad intervenire e quali siano gli oneri operativi di tutti gli attori coinvolti, cercando di definire ruoli, tempistiche e costi derivanti dal rispettivo coinvolgimento. 
Un buon piano per la sicurezza coinvolgerà, in maniera onerosa, diversi soggetti che, proprio per questo, dovranno riconoscere al progetto una valenza ed una utilità non solo collettiva, ma soprattutto calzante alla propria mission istituzionale. Solo in questo modo si potrà ottenere una proattività in grado di ottimizzare i risultati. 
Il piano di sicurezza urbana che si intende realizzare dovrà essere costantemente monitorato e diretto da una “cabina di regia” (peraltro prevista anche nelle linee guida divulgate dal Ministero dell’Interno e condivise dalla conferenza Stato-Autonomie Locali) che ha il compito di verificare periodicamente il rispetto del cronoprogramma e svolgere anche una funzione di sollecitazione al fine di evitare che possa perdersi interesse verso il progetto da parte di una o più parti coinvolte. 
Occorre sempre fissare degli obiettivi intermedi che siano verificabili ed il cui raggiungimento possa essere misurabile. Gli interventi in programma, infatti, non vivono di vita propria, ma sono funzionali ad un risultato trasversale da raggiungere. La riqualificazione di un parco cittadino, ad esempio, non può essere considerato solo come intervento di natura estetica che, una volta realizzato, esaurisce il ruolo rivestito dall’Ufficio che l’ha curato, ma deve essere monitorato e mantenuto fintanto che il più alto obiettivo di sicurezza non sia effettivamente raggiunto. 
Prima di addivenire alla stesura di un patto locale di sicurezza urbana è bene che tutti gli attori partecipino alla stesura del piano che si pone a monte, così da poter contribuire in maniera fattiva alla definizione del proprio reale apporto. Questo consente a tutti gli attori di sentirsi maggiormente coinvolti e di sentire come “proprio” l’obiettivo da raggiungere.
La stesura e sottoscrizione del Patto locale di sicurezza urbana deve risultare come la sintesi di un impegno condiviso ed equilibrato. Un patto che risulti sbilanciato maggiormente a carico di un soggetto e lasci tutti gli altri in una posizione di marginale coinvolgimento non rappresenta ideologicamente nessun accordo, che invece deve poter essere un reciproco scambio di utilità.