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Mutamento di uso immobiliare a seguito di un eccessivo rumore

La recente sentenza del Consiglio di Stato, sez. V, n. 7913 del 2 ottobre 2024, pone un importante precedente legale riguardo all'uso degli immobili e l'impatto delle attività ricreative rumorose sulla destinazione d'uso delle strutture
 

27 DICEMBRE 2024

La recente sentenza del Consiglio di Stato, sez. V, n. 7913 del 2 ottobre 2024, pone un importante precedente legale riguardo all’uso degli immobili e l’impatto delle attività ricreative rumorose sulla destinazione d’uso delle strutture. La questione sorge dall’utilizzo ripetitivo di una villa, precedentemente residenziale, per attività turistico-ricettive che includono eventi rumorosi, portando al superamento degli standard normativi di immissione acustica. Il risultato è una riqualificazione dell’immobile in infrastruttura turistico-ricettiva, soggetta alla rigorosa normativa dell’inquinamento acustico prevista dalla L. n. 447 del 1995.
 

Aspetti legali e responsabilità comunale


La controversia trae origine da un ricorso dei residenti locali contro la trasformazione dell’uso dell’immobile che, secondo loro, ha causato un degrado ambientale e un incremento insostenibile del rumore nella zona. Il dibattito giuridico si è concentrato sull’adeguatezza del provvedimento comunale, che ha visto i ricorrenti sollevare questioni di violazione normativa, mancanza di adeguata motivazione e carenze istruttorie. Il provvedimento è stato contestato anche per non aver rispettato la L. r. Lombardia n. 27 del 2015 e il regolamento regionale n. 7 del 2016. Da notare è il riconoscimento, da parte della giurisprudenza, della coesistenza delle normative sull’inquinamento acustico con quelle a tutela della pubblica tranquillità, permettendo ai comuni di adottare regolamentazioni specifiche per limitare le immissioni sonore.
 

Implicazioni per la PA e linee guida


L’interpretazione e l’applicazione della legge n. 447 del 1995 da parte del Consiglio di Stato enfatizza la responsabilità degli enti locali nel prevenire l’inquinamento acustico attraverso una puntuale zonizzazione acustica, anche in assenza di piani specifici adottati dal comune. Per la pubblica amministrazione, è essenziale comprendere l’importanza di una corretta valutazione dei livelli di rumore e delle sue conseguenze sul benessere della comunità. La sentenza invita i comuni a non sottovalutare gli impatti delle attività ricreative e turistiche, specialmente in aree di rilevante interesse paesaggistico-ambientale. Inoltre, stabilisce un importante precedente per la gestione delle licenze e delle autorizzazioni in casi simili, assicurando che l’uso degli immobili sia compatibile con la loro destinazione e non deleterio per l’ambiente circostante.