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Le modifiche al Decreto Reclutamenti, dalla mobilità al Concorso Sud

Le Commissioni riunite Affari e Giustizia del Senato hanno inciso profondamente sulla struttura del provvedimento

30 LUGLIO 2021

All'esito dell'esame condotto dalle Commissioni riunite Affari e Giustizia del Senato, il Decreto Reclutamenti ha subito due importanti modifiche: i dipendenti più giovani potranno ambire agli incarichi nella PA relativi all'attuazione del Pnrr, e il meccanismo della mobilità libera, ossia attivabile senza la preventiva approvazione della PA di appartenenza, non riguarderà Enti locali e servizio sanitario.

Oltre a ciò è stato modificato anche il contenuto del "Piano integrato di attività e organizzazione", il documento destinato a sostituire tutti gli oneri di programmazione, che ora dovrebbe includere anche gli strumenti anticorruzione in linea con gli indirizzi dell'ANAC. Sempre in tema di trasparenza, il Portale del Reclutamento, il cui lancio è previsto a settembre, sarà perfezionato proprio per garantire il rispetto degli standard richiesti. Una previsione di grande importanza, considerando che il Governo punta proprio sul Portale per garantire la conclusione dei contratti a tempo determinato ideati per il personale altamente specializzato; inoltre, per favorire in misura ancora maggiore la partecipazione di detti professionisti, è stato rimosso il requisito che chiedeva almeno cinque anni di iscrizione all'ordine o all'albo, con estensione dell'offerta alle professioni non ordinistiche. Per quanto concerne la sospensione della mobilità libera per gli Enti locali, l'emendamento è frutto delle richieste presentate in questi giorni dai rappresentanti di Comuni, Province e Città metropolitane: saranno ancora le PA a dover concedere il via libera al dipendente, mentre negli altri uffici l'obbligo del permesso rimarrà soltanto per il personale insostituibile e nei contesti caratterizzati da una grave carenza di organico. Infine, il Concorso Sud: dopo la debacle della prima edizione, è introdotto il requisito del titolo di studio coerente, al posto delle "professionalità correlate", in relazione alla capacità di gestione dei fondi UE.