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La condanna per associazione a delinquere impedisce il conferimento dell’incarico dirigenziale

Focus sulla deliberazione dell’ANAC del 27 ottobre 2021, n. 720

12 NOVEMBRE 2021

Il conferimento di un incarico dirigenziale a un soggetto già condannato per il reato di associazione per delinquere è assolutamente illegittimo. È quanto sancito dall'ANAC nella delibera del 27 ottobre 2021, n. 720, emanata nei confronti di un Comune già in passato sciolto per infiltrazioni mafiose.

Nello specifico il dirigente coinvolto, trasferito per mobilità da altro ente, è stato colpito da una condanna di primo grado: associazione per delinquere finalizzata al compimento di reati di corruzione. Peraltro, neanche l'unico campo di imputazione; tuttavia il giudice di primo grado ha constatato l'intervenuta prescrizione per le altre fattispecie, commesse sempre dal medesimo dirigente, contro la Pubblica Amministrazione. L'ANAC, nel corso della sua argomentazione, ha richiamato la normativa che impedisce l'attribuzione di incarichi dirigenziali nelle Pubbliche Amministrazioni e nelle partecipate a coloro che hanno subito una condanna, anche non passata in giudicato, per reati contro la PA. Anche se nel caso concreto trattasi di reati associativi, la sola partecipazione risulta idonea all'integrazione della fattispecie delittuosa, pur essendo la pena più lieve rispetto a quella prevista per i promotori dell'Associazione. Ciò in quanto "sarebbe ingiusto oltre che irragionevole liberare dal divieto di conferimento degli incarichi pubblici un soggetto responsabile del delitto di associazione per delinquere di più reati contro la pubblica amministrazione, e assoggettarvi invece colui che sia responsabile di un solo delitto".