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Whistleblowing: l’Italia recepisce la direttiva europea

Giuseppe Busia, presidente dell' ANAC, commenta il recepimento definitivo della direttiva europea sul whistleblowing

17 MARZO 2023

ll Consiglio dei ministri, in data 9 marzo 2023, ha approvato definitivamente il decreto legislativo di attuazione della direttiva europea 2019/1937 riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione, il cosiddetto whistleblowing.
 
“Finalmente l’Italia recepisce in via definitiva la direttiva europea sul whistleblowing da ANAC fortemente voluta e richiesta. La tutela del whistleblower è un diritto fondamentale, riconosciuto a livello internazionale, e rappresenta un’estensione del diritto di libertà di espressione”, queste le parole di Giuseppe Busia, presidente di ANAC. Busia ha continuato sostenendo che: “Preservare da comportamenti ritorsivi chi segnala illeciti o violazioni della legge sia nelle pubbliche amministrazioni che nelle aziende private è l’imperativo dell’Autorità che con questo decreto vede rafforzate le proprie competenze sulla materia: l’ANAC diventa infatti l’unico soggetto competente a valutare le segnalazioni e l’eventuale applicazione delle sanzioni amministrative sia per quanto concerne il settore pubblico che quello privato”.
 
Il decreto prevede la protezione delle persone che segnaleranno violazioni di disposizioni lesive dell’interesse pubblico o dell’integrità dell’amministrazione pubblica o dell’ente privato. In particolare il decreto prevede la tutela di lavoratori subordinati e autonomi, liberi professionisti ed altre categorie come volontari e tirocinanti anche non retribuiti, azionisti e persone con funzioni di amministrazione, direzione, controllo, vigilanza o rappresentanza. La segnalazione delle violazioni avverrà attraverso un’apposita piattaforma informatica che verrà messa a disposizione di ANAC. Sarà possibile inoltre effettuare la segnalazione anche attraverso un incontro in presenza fissato in un tempo ragionevole.

I whistleblowers a seguito della segnalazione non potranno subire ritorsioni come il licenziamento, la sospensione o l’adozione di misure disciplinari o di altra sanzione anche pecuniaria. In più il lavoratore non potrà essere discriminato o subire un trattamento sfavorevole quale ad esempio la mancata conversione di un contratto di lavoro a termine in un contratto di lavoro a tempo indeterminato, laddove il lavoratore avesse una legittima aspettativa a detta conversione. Qualora non si rispettasse la normativa, l’ANAC può applicare a seconda dei casi una sanzione amministrativa pecuniaria che può variare dai 10.000 ai 50.000 euro, anche qualora si accerti la mancata istituzione di opportuni canali di segnalazione.