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Smart working: cosa cambia dopo il decreto Milleproroghe?

La legge di conversione del decreto Milleproroghe interviene sulla disciplina dello smart working in azienda e nel settore pubblico

6 MARZO 2023

Con l’approvazione del decreto Milleproroghe è stata prorogata fino al 30 giugno 2023 la possibilità di lavorare da remoto per fragili e per i genitori di under 14 che lavorano nel settore privato. Lo smart working nello specifico prevede un’alternanza tra la prestazione lavorativa effettuata all’interno dei locali aziendali e quella eseguita in altri luoghi.
 
I datori di lavoro, che decidessero di adottare la modalità di lavoro agile, sono chiamati a stipulare in forma scritta un accordo individuale con il lavoratore e conservarlo per un periodo di almeno 5 anni dalla sottoscrizione. Successivamente il datore deve comunicare, entro 5 giorni al Ministero del Lavoro, i nominativi dei lavoratori e la data di inizio e di cessazione delle prestazioni di lavoro in modalità agile.
 
La procedura si articola nei seguenti step:
 
  • stipulazione di un accordo individuale;
  • conservazione dell’accordo per 5 anni;
  • invio della comunicazione per via telematica.
I lavoratori asintomatici affetti da Covid-19 possono lavorare in smart working, sempre che la mansione che gli è stata assegnata sia compatibile con questa modalità organizzativa della prestazione. Sono inoltre riconosciuti come fragili i lavoratori dipendenti pubblici e privati in possesso di:
 
  • riconoscimento di disabilità;
  • certificazione rilasciata dai competenti organi medico-legali che attesti una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita.
Tra le altre condizioni richieste per poter lavorare da remoto emerge l’appartenenza del dipendente a una delle seguenti categorie:
 
  • disabile in situazione di gravità accertata;
  • con figli fino a 12 anni di età;
  • con figli disabili.